Aprire un dialogo strutturale tra i diversi livelli del sistema formativo nel settore marittimo può rappresentare una delle chiavi per interpretare al meglio le sfide del futuro. È in quest’ottica che IMAT ha ospitato recentemente una delegazione dell’Istituto Nautico “Nino Bixio” di Piano di Sorrento con l’obiettivo di condividere esperienze, esigenze, risposte rispetto alla necessità di mettere in campo azioni coordinate per garantire la competitività degli equipaggi italiani nei prossimi anni.

Nato nel 1770, l’Istituto della penisola sorrentina ha attraversato la storia marittima del Paese formando capitani di macchina e di coperta. Oggi, con circa 700 alunni, ha aggiornato ulteriormente la sua offerta, al servizio di un territorio che per storia e vocazione rappresenta uno dei maggiori bacini lavorativi per l’industria dello shipping.

“Ai tradizionali corsi per allievi di macchina e coperta abbiamo inaugurato, due anni fa, l’innovativo percorso dedicato agli allievi ufficiali elettrotecnici, i cui primi diplomati saranno licenziati l’anno prossimo,” spiega la Preside dell’Istituto, Teresa Farina, impegnata in un percorso di progressiva specializzazione dell’offerta didattica.

Spicca, sotto quest’aspetto, anche la partecipazione del “Bixio” alla costituzione dell’ITS Mobilità Sostenibile e Trasporti Marittimi che offre ai diplomati la possibilità di completare il ciclo di formazione terziaria con un corso per ufficiali di macchina attivo presso lo stesso Istituto.
“Ci stiamo sforzando di intercettare i cambiamenti registrati negli ultimi anni,” sottolinea Farina.

A fronte di un aumento sostanziale della presenza femminile e del numero di studenti che continua il percorso universitario si fa largo la necessità di intervenire a livello nazionale con strumenti di orientamento adeguati.
“Il nostro è l’unico segmento formativo che rilascia un titolo abilitante alla professione, con percentuali di occupazione ad un anno dal diploma altissime. Ciononostante, ad eccezione di aree specifiche come quella sorrentina e di poche altre, l’appeal dei mestieri del mare è in declino. Su questo delicato fronte siamo impegnati con la rete degli Istituti Nautici ma serve uno sforzo complessivo”.
Anche sulla scorta di queste considerazioni la visita presso il Centro di Castel Volturno è servita a impostare una strategia comune con l’obiettivo di fornire gli strumenti più avanzati per la professionalizzazione dei marittimi del futuro. Anche considerando la sfida cruciale rappresentata dal PNRR.

“Cominciare a dialogare con un’eccellenza internazionale come IMAT ci da la possibilità di elaborare piani operativi più avanzati e di mettere a frutto le risorse che ci sono destinate dal piano. L’idea è di collaborare su questi temi in modo continuativo”.

Appello pienamente accolto dai vertici dell’Academy che vede confermata la scelta perseguita fin dalla sua fondazione di favorire il dialogo di sistema.
“La crescita delle competenze in un comparto che diventa sempre più complesso nasce anche dalla capacità di attivare sinergie con tutti gli attori della filiera formativa su temi comuni,” sottolinea Erminia Della Monica, Amministratore Unica di IMAT. “Siamo pronti a dare il nostro contributo per l’avanzamento complessivo del settore”.