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La competitività dei sistemi portuali poggia su efficienti catene logistiche, sviluppo dell’intermodalità, valorizzazione del posizionamento geografico ma anche sulla competenza degli operatori della filiera marittima. Fabrizio Monticelli, Amministratore Unico di IMAT, ha illustrato nel corso della sessione “#Smart Port &Logistic” del XII Port and ShippingTech le evoluzioni future dei “portassesment”, strumenti strategici non solo per la valutazione delle procedure ma delle capacità di chi opera quotidianamente nell’ambito portuale.
«All’interno del sistema articolato che determina il campo delle risorse umane è ormai chiaro che il lavoro marittimo rappresenta un asset fondamentale, al pari della capacità di elaborare procedure di formazione del personale in grado di interpretare in tempo reale i cambiamenti tecnologici e normativi dell’ecosistema marittimo,» ha spiegato Monticelli.
È in questa direzione che IMAT ha concentrato i suoi sforzi con lo sviluppo di meta-database funzionali all’analisi e all’indagine sui fabbisogni e le necessità del settore per tramutarli in azioni strutturate. Un modello già sperimentato in collaborazione con alcune AdSP la cui modalità di lavoro prevede l’interazione tra progettazione, istruttori-operatori portuali, tecnologie per simulazioni funzionali ed integrabili con i processi, soggetto terzo implicato nelle certificazioni.
«Il punto di partenza è la forte integrazione che già caratterizza tutti i soggetti della filiera marittima. L’obiettivo è un coordinamento orizzontale delle azioni su tutta la realtà del porto attraverso la valutazione delle competenze complessive di chi si muove nello spazio delle operazioni. Un salto qualitativo cheporti dal concetto di “portassesment” alla definizione di “Competence Management System” delle aree portuali: veri e propri manuali all’interno dei quali, grazie alla possibilità tecnologica di simulare ambienti dinamici e interattivi e la relativa messa a punto di training personalizzati e riskassesment su specifiche aree, possiamo definire procedure per l’ottimale gestione delle competenze per le manovre dei singoli porti mettendo insieme piloti,rimorchiatori,ormeggiatori, compagnie, autorità portuali e marittime».
E proprio di un “Competence Management System” si è parlato in un’altra sessione, “Technology Trends del Settore Marittimo: Porti e Navigazione”, di PST2020. Marcello Pica, HR director di Grimaldi ha spiegato obiettivi e modalità di funzionamento del CMS nato dalla collaborazione tra IMAT e il gruppo armatoriale partenopeo.
«Il miglioramento del sistema di gestione delle risorse umane, l’ottimizzazione delle strategie aziendali, può trovare una valida soluzione attraverso le indicazioni derivanti dal monitoraggio delle competenze del singolo marittimo,» ha sottolineato Pica.
Tipico sistema “tailor made”, realizzato sulle esigenze tipiche della compagnia, lo strumento, attraverso sei fasi distinte, analizza le capacità complessive del lavoratore in rapporto alla definizione del riskassesment: dalla sommatoria delle risposte emergono infatti le prescrizioni per il training personalizzato.
Il CMS messo a punto da IMAT e Grimaldi, in particolare, prevede il miglioramento delle conoscenze e della abilità professionali per le funzioni svolte a bordo; la sicurezza e gli esiti delle ispezioni di terze parti; la gestione delle manutenzioni, riducendo i rischi di eventuali errori umani, infortuni o danni materiali; aiuta nella selezione di marittimi sempre più competenti favorendo i passaggi di grado e il consolidamento delle carriere.
«Abbiamo processato centinaia di migliaia di stringhe di informazione che ci hanno permesso di tracciare la curva delle competenze del marittimo e di mettere a punto tutte le azioni per implementarle. In questo modo otteniamo una massimizzazione delle risorse e degli investimenti, attraverso il miglioramento continuo del singolo lavoratore e dell’equipaggio di cui fa parte».

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